Il leccio (Quercus ilex L., 1753), detto anche elce, è un albero spontaneo appartenente alla famiglia Fagaceae e al genere Quercus, diffuso nei paesi del bacino del Mediterraneo.
E’ l’albero più importante che identifica la macchia mediterranea.
Robusto, resistente financo agli incendi, il leccio è un albero, sempreverde e latifoglie, con fusto raramente dritto, singolo o diviso alla base, di altezza fino a 20-24 m. Può assumere aspetto di cespuglio qualora cresca in ambienti rupestri. È molto longevo, potendo diventare plurisecolare, ma ha una crescita molto lenta.
La corteccia è liscia e grigia da giovane; col tempo diventa dura e scura quasi nerastra, finemente screpolata in piccole placche persistenti di forma quasi quadrata.
I giovani rami dell’anno sono pubescenti e grigi, ma dopo poco tempo diventano glabri e grigio- verdastri.
Le gemme sono piccole, tomentose, arrotondate con poche perule.
Lecceta del Bosco di Santo Canale, Cinisi (Pa)
Scheda
Fagaceae – Quercus ilex, perenne legnosa; H: 1-20 m; Fioritura: aprile-maggio |
Habitat: macchia mediterranea e boschi termofili; in montagna fino a 1600/1800 slm |
Forma: P scap (Fanerofite arboree, sono piante legnose con portamento arboreo e gemme poste ad altezze dal suolo superiori ai due metri) – Albero con rami grigi, foglie coriacee molto variabili, ovali persistenti verde scuro, biancho tomentose sotto, con margine intero o dentato-spinoso; amenti maschili di 5-7 cm; i frutti (ghiande) che maturano in un anno sono avvolte fino a metà dalla cupola formata da squame brevi e appressate. |
Distribuzione: Steno-Mediterranea |
Approfondisci su: https://it.wikipedia.org/wiki/Quercus_ilex
La Sicilia in tempi remoti era coperta da leccete fittissime, che arrivavano fino alla costa. E’ un albero che vive dal livello del mare fino a 1600/1800 m di quota.
Per chi vive a Palermo è facile trovarlo anche nelle ville urbane come Villa Trabia e al Bosco Niscemi alla Favorita c’è una bella lecceta in filari, creata all’epoca borbonica come riserva di caccia.
Le leccete più fitte e belle della provincia di Palermo si trovano a Pizzo Montanello, in territorio di Cinisi dove è presente una antica lecceta naturale residua fitta presso il Bosco di Santo Canale e nelle vicinanze è presente un albero centenario, il Leccio di Montagnalonga.
Altri boschi di lecci sono presenti in molte riserve naturali siciliane, e ormai viene considerato, per fortuna, albero da rimboschimento in sostituzione delle pinete ampiamente utilizzate nei secoli scorsi per ripristinare aree montane a verde.
Nel Bosco della Ficuzza, in territorio di Palermo, vi è la più estesa lecceta della Sicilia Occidentale. Altre grandi leccete sono presenti nei monti del trapanese, nei Monti Sicani, ovviamente nelle Madonie, nei Nebrodi e Peloritani e ovviamente attorno all’Etna. particolarmente suggestivo il Bosco di Santo Pietro dove è anche presente la più grande sughereta di Sicilia.
Belle e isolate leccete sono presenti anche negli arcipelaghi delle Egadi e delle Eolie.
Tanti sono i lecci centenari sparsi in territorio siciliano, bellissimi esempi si trovano appunto alla Ficuzza, nelle Madonie.
Tra i maggiori e più antichi si annovera il cosiddetto Ilici di Carrinu (leccio di Carlino) nel territorio di Zafferana Etnea alto 25 metri, con una fronda che raggiunge i 30 metri di diametro, la cui età è stimata intorno ai 700 anni.
Se vuoi conoscere una lecceta ecco le escursioni che propongo (difficoltà):
- Monte Pietroso, Monreale (F)
- Bosco di Ficuzza e Pulpito del Re (T)
- Bosco di Santo Canale, Pizzo Montanello e Leccio centenario (E)
- Il bosco di Monte Càrcaci (E)
- Isola di Marettimo, Monte Falcone (EE)
- Isola di Salina, Monte dei Porri (EE)