MVFS al contrario: quarto e ultimo giorno, Santo Stefano Quisquina – Cammarata

Questo strano percorso “al contrario” sulla Magna Via Francigena di Sicilia si conclude oggi 28 aprile con una traccia fuori dalla stessa via ma che ci consente di ritornare al punto della nostra partenza a Cammarata partendo appunto da Santo Stefano Quisquina.

Un percorso ideato da Salvo Balsamo che ha consentito al nostro gruppo di escursionisti del WWF Sicilia Nord Occidentale a percorrere una tratta importante del cammino.

Ieri l’arrivo a Santo Stefano Quisquina è stato faticoso sia per il saliscendi continuo che per la temperatura che si è elevata di qualche grado facendoci sentire un po’ di stanchezza. Il gruppo che è salito al Teatro Andromeda e ridisceso alla Quisquina adesso è costretto a rifare il percorso in salita che ci porterà all’Eremo della Quisquina sul monte omonimo.

Si parte presto… alle 8:30 siamo già in cammino. Lasciato gli appartamenti e consegnati i bagagli per il trasbordo a Cammarata ci avviamo verso Monte Quisquina. La prima rampa dopo l’uscita del paese è quella del Calvario, incrociando la provinciale salutiamo, affidando a Lei il cammino di oggi, il busto raffigurante Santa Rosalia qui presente.

Poi in salita ripida fino al Teatro Andromeda e tratto di asfalto su provinciale fino all’imbocco per il sentiero dell’Eremo. Proprio in questo punto c’è una sorgente di acqua fresca con tanto di Equiseto che ci consente di rifiatare e rinfrescare la nostra pelle ormai arsa dal sole di 3 giorni di cammino.

Questi percorsi fanno parte anche del cammino Itinerarium Rosaliae che partendo dal Santuario posto nella Grotta sul Monte Pellegrino a Palermo porta fino all’Eremo della Quisquina, prima tappa di oggi.

Qui sempre in salita ma fortunatamente sotto bosco percorriamo il più bel sentiero naturalisticamente parlando della quattro giorni.

Il fitto bosco rappresenta la vegetazione tipica della macchia mediterranea con prevalenza di Leccio, Roverella, Frassino, Acero e un sottobosco fitto e intricato formato da rovo, pungitopo, edera, euforbie, asparago e una infinità di infiorescenze, dalla Peonia al Ranuncolo, ai Ciclamini, ascoltando il canto in amore di decine di specie di piccoli uccelli nidificanti. 

Provate ad immergervi con questo breve ma intenso video, girato a livello di suolo.

 

Da li a poco l’arrivo all’Eremo è come se avessimo una visione perchè nonostante la frescura del bosco i segni della 4 giorni vengono a galla e la stanchezza comincia a emergere.

Meno male che la visita all’Eremo guidata dagli amici dell’associazione locale ci consente di recuperare fiato ed energie consumando anche un piccolo snack. 

Si riparte… dall’Eremo scendiamo verso Cammarata in un sentiero prima boscato ma poi arrivati a un pianoro il sentiero continua a scendere ma stavolta è una pietraia abbastanza sfidante per i nostri piedi che gridavano vendetta !

La discesa è importante fino al guado di un affluente del Platani, il Vallone Realtavilla, a 740 slm guardiamo il sentiero che si inerpica… è impressionante, il dislivello… supera il 20 % ma dobbiamo farlo… piano piano… ma dobbiamo farlo… dobbiamo arrivare a 870 slm, “Amunì… acchianatuna… ” !

Girandoci indietro quasi perdiamo l’equilibrio guardando da dove siamo arrivati e dove dobbiamo arrivare… per circa 600 m si inerpica questo tratto con un dislivello di 120 m, e ci fermiamo quasi alla fine sotto l’unico albero presente, un vecchio leccio che svetta da una sconfinata prateria di ampelodesma… ci da refrigerio… ancora si sale quindi meglio rifiatare, altro snack e una bella bevuta di acqua… ci voleva… qualcuno si sdraia, qualcun altro non riesce a sedersi dalla stanchezza… ma ancora la strada è lunga e impervia… dopo qualche minuto saliamo ancora fino alla selletta che cambia versante e adesso da verso nord !

Un po’ di verde, campi di grano e sulla ! E finalmente a vista alla nostra destra Monte Cammarata… 

Un lunghissimo sentiero tra le coltivazioni cerealicole ci permette di riprendere un ritmo più elevato data la pendenza quasi nulla e ci ritroviamo finalmente vicino un boschetto di Pino d’Aleppo e una pozza d’acqua che rinfresca tutto l’ambiente circostante.

Ci stravacchiamo al suolo come pere mature cadono a terra… sfiniti cerchiamo finalmente un buon posto dove sederci e consumare il meritato pranzo al sacco… il panino con olio e pomodoro preparato la sera prima dagli amici del ristorante di Santo Stefano Quisquina. 

Ci sembra di rinascere… lo stagno vicino attira la mia attenzione perchè i suoni provenienti dal canneto fanno supporre la presenza di avifauna acquatica… scrutando il canneto con il binocolo alla ricerca di qualche anatide mi imbatto nella sagoma importante di una Emys trinacris, la testuggine palustre endemica della nostra isola, non avendo la fotocamera con lo zoom chiamo Salvo che ha uno zoom notevole e facciamo questa foto che ricorderemo sia perchè bella ma soprattutto perchè uno scatto veramente meritato dopo tanto sudore ! 

Delle anatidi manco l’ombra… solo un continuo canto sotto il folto canneto… ci accontentiamo. Dopo una mezzoretta zaino in spalla si riparte, ormai Cammarata è vicina ma dobbiamo prima arrivare alla Riserva di Monte Cammarata.

Il sentiero demaniale arriva all’ingresso da una stretta strada interpoderale delimitata da alti muretti e davanti a noi un gregge di pecore impaurite dalla nostra presenza ci costringe a salire sopra la collina ma non vogliono passare, i cani di mannara ci costringono a fermarci, poi finalmente il pecoraio riesce a riprendere le redini del gregge e finalmente i cani ci lasciano passare… ci mancava solo questa ! 

Gli ultimi chilometri sono bellezza degli ambienti della riserva di Monte Cammarata con Orchidee selvatiche sui bordi della strada, poi la provinciale che ci porta nella parte alta del paese e finalmente al Bar Sicilia da dove abbiamo iniziato questa bellissima esperienza e che terminiamo con una birra fredda e dissetante.

Una 4 giorni che rimarrà nei ricordi di tutti noi che in qualcuno ha lasciato segni fisici e mentali, di chi pensava di non farcela ma ce l’ha fatta e di chi come me voleva capire se i cammini potessero soddisfare la stessa voglia di natura al pari dell’escursionismo naturalistico… devo dirvi che sono due cose diverse, completamente diverse ambedue da vivere minuto per minuto, metro per metro… perchè ogni angolo di Sicilia è unico !

Grazie a tutti i compagni di questo cammino e grazie a Salvo Balsamo che ci ha dato la cosa più importante, ovvero la sicurezza ! 

Alla prossima ! 

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