TREKKING A FAVIGNANA: LE “MIRE” DELL’ANTICA TONNARA

Era il 9 giugno 2007 quando finiva un’era a Favignana, la mattanza… era il 9 giugno 2007 quando terminava la grande carriera l’ultimo Rais, Gioacchino Cataldo, che nel 2003 venne riconosciuto come patrimonio culturale dell’umanità. Era il 21 luglio 2018 quando l’ultimo Rais ci lasciava.

E’ a Lui che dedico questa mia passeggiata pur non avendolo mai conosciuto di persona ma solo incrociato per le vie del paese (foto facebook).

La Mattanza, con la M maiuscola, una pesca definita ecosostenibile anche dal WWF, non c’è più. Ormai ben più economici, tecnologici e impattanti metodi di pesca del Tonno l’hanno sostituita.

L’ispirazione per questa escursione me l’ha data un vecchio video non so quando visto ne dove in cui un Rais spiegava che appena si allineavano alle “mire” calavano la rete, la grande rete a camere della tonnara… le “mire”… che erano le “mire”?  Mi incuriosì questo termine e chiesi. Sono delle piccole torrette in pietra poste a terra nel costone di Capo Grosso di Favignana che servivano al Rais a trovare il punto esatto e la direzione dove calare le reti a camera… Tra Favignana e Levanzo.

Ma come arrivare ? In effetti nessuno me l’ha detto ma col binocolo le inquadrai e almeno avevo un punto dove arrivare.

Ci sono riuscito oggi, 16 ottobre 2021, e sono rimasto veramente incantato di questo posto dove mi sono fermato almeno un’ora a contemplare il mare,  la natura circostante e… a consumare il mio meritato “pane cinzatu” !

Ecco come ci sono arrivato.

Partendo dal piazzale antistante lo stabilimento Florio percorro la strada laterale e tutta la strada retrostante fino a Cala Fumere, la caletta proprio adiacente la fine dello stabilimento. Incuriosito, un simpatico asinello mi viene a salutare, separati dal muretto a secco, mi fermo un po a dialogare con lui del più e del meno… sembra capisse tutto. Ci salutiamo… il sentiero naturale inizia un po’ più avanti dalla fine di cala Fumere, in una caletta sdirrupata, come si dice da noi, per indicare a picco sul mare,  che è chiamata “Rattalora” e prosegue parallelo alla costa, ma punta Grosso è più sopra, e quindi cerco un sentiero che mi propone un’ascesa e da li a poco lo trovo…

Il sentiero sale subito di livello portandosi a quota più elevata e anche la vegetazione da gariga costiera diviene quasi subito macchia mediterranea, lentisco, euforbia a cespuglio, ginestra e curiosi cespugli mai visti predominano la scena… poi scoprirò che si tratta di una specie che su terraferma (in Sicilia) non troverò mai… è la Periploca laevigata o Periploca minore, cespugliosa con dei fiori che attraggono la mia attenzione, scopro successivamente su iNaturalist che si tratta di una pianta che cresce endemica nella costa sud della Spagna, delle isole Canarie e Capo Verde… e nelle nostre isole Egadi, e Pantelleria. Bella scoperta. Già questo meritava l’uscita.

Proseguo il sentiero e mi blocco, immobile perché vedo da lontano una sagoma che riconosco facilmente, di un Passero solitario [Monticola solitarius] abbarbicato su un roccione a picco sulla falesia… spero non si volti… riesco a catturare un’immagine, nulla da fare… mi ha visto e poi schizza via tra le rocce… Altro incontro da non dimenticare.

Il sentiero improvvisamente dopo un chilometro scende un po e sembra finire tra le rocce, ma arrivato al punto finale… mi accorgo che scende ripidamente tra alcune roccette e riprende poco sotto… continuo, in basso vedo la fine del sentiero costiero su un costone a picco chiamato “Acquaruci” sicuramente per qualche risorgiva proveniente dal sovrastante vallone che separa Monte Santa Caterina da Punta Grosso… ecco perché la vegetazione è più folta… ma è proprio qui che silenziosa mi passa sulla testa a pochi metri un aquila minore, me ne accorgo dall’ombra che proietta sulla costa carbonatica quasi bianca… la becco con la mia Lumix FZ82, ma la foto non è chiara… era già lontana… pazienza.

Proseguo parallelo alla falesia tra roccette e sentiero naturale ma e da lì a poco ecco un pianoro in lieve pendenza, tra le rocce… è Punta Grosso… inizialmente non noto nulla infatti sono attratto dalla gariga costiera che qui ritorna ma con altri personaggi… infatti noto sorpreso (siamo in ottobre) una prateria di fiori gialli dalla curiosa corolla come se fosse a nido d’ape… scoprirò sempre in seguito che si tratta della Limbarda crithmoides o Enula marina letteralmente invasa dai fortunati impollinatori, le Vanesse, le belle farfalle arancio, nere e bianche, e un insetto molto particolare che non si posa mai, sembra un colibrì e difatti si chiama quasi così Sfinge colibrì (Macroglossum stellatarum).

E da semplice passeggiata alla scoperta delle torrette della mira della tonnara si è trasformata in una vera e propria escursione naturalistica…  a cui dedico questa galleria…

Proseguo ancora e dietro l’ultima rampa di roccette appare la torretta. Sono un po emozionato, mi guardo intorno, è un paesaggio stupendo, questo pianoro sopraelevato sul mare, un terrazzo naturale e a monte la mole di Punta Grosso ripida duecentocinquanta metri sopra di dislivello in poche centinaia di metri…

Incastonate nelle rocce quasi fino all’acqua i cespugli di Enula alternati alla Cucuzzella pazza [Ecballium elaterium] che non posso evitare… e mi schizza il suo contenuto ovunque… approfitta di tutto per riprodursi… nel frutto,  a forma di cocomerino, si sviluppa una pressione idraulica notevole che serve a “sparare” i semi il più lontano possibile; i piccioli dei frutti funzionano come tappi che, quando il frutto è maturo, al minimo tocco lasciano fuoriuscire liquido e semi… e mi ritrovo “inseminato” dalla Cucuzzella 🙂

Mi fermo e contemplo il mare, seduto sul laterale della torretta, vedo l’altra più in alto ma in rovina, forse colpita da un masso… un po stanco ma pago di questa immensa bellezza… mi fermo, si ferma il tempo, la mente, il corpo…

Guardando quello che era il mare dei tonnaroti, tra Favignana e Levanzo, davanti a me, sotto costa passa un gozzo, con un uomo che pesca al traino… un gheppio fa capolino tra i cespugli di lentisco… si fa vedere, lo immortalo anche se lontanissimo… poi sparisce tra la macchia costiera… passa un’ora, mi sembrano pochi minuti… incredibile !

Dopo un’ora di stasi, come se il mio corpo fosse rigenerato, riparto per il ritorno… stesso sentiero, stesse sensazioni, gli ultimi incontri sono spettacolari, un ragno bello tosto, probabilmente Ragno Crociato [Araneus diadematus] mi blocca il passo… sta tessendo la sua elastica trama… lo blocco nella mia fotocamera e più avanti l’ultimo saluto me lo danno gli occhioni belli di una cavalletta nostrana, un Calliptamus italicus, in mezzo al sentiero… non si sposta, perfettamente mimetizzata… e io non lo disturbo… fermandomi mi fa notare un cespuglio minuscolo e colorato di azzurro vivo… spettacolare… è il Prospero autumnale, non facile da osservare… la natura più piccola è… e più bella mi sembra !

Un ultimo sguardo ed una ennesima sorpresa, il nostro endemico Garofanino delle rupi Dianthus rupicola ancora in fiore… che fa sempre piacere osservare da vicino…

Rientro in paese, visitando l’antica cava di arenaria, pago e ricaricato. Sicuro che quello che ho visto lo rivedrò magari in primavera con altri amici incastonati sugli scogli e tanti amici che cinguettano tra i cespugli…

Favignana non è solo mare limpido e apericene al tramonto… è anche un’isola che, se si sa amare, ti offre tante altre grandi emozioni. 

Se volete maggiori informazioni o volete organizzare questo trekking con me contattatemi 

Se volete sapere di più sugli altri sentieri che ho percorso questo Ottobre 2021 ritornate alla pagina di introduzione: Ottobre 2021, Trekking Tour delle Egadi. Da Palermo a Favignana

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