TREKKING A FAVIGNANA: LE TRE CIME

Favignana è caratterizzata da un territorio carbonatico, da una parte quasi totalmente tufaceo con consistenti blocchi di arenaria, cosa che ha caratterizzato l’economia dell’isola per secoli dato che era una delle zone dove veniva estratto il famosissimo tufo che è servito per realizzare stupende chiese ed edifici in tutta la Sicilia. Economia poi convertita alla pesca e lavorazione del Tonno.

E’ un isola letteralmente divisa dalla sua, seppur piccola ma incredibilmente interessante, “catena montuosa” che nasce a nord con punta Faraglione e termina a Scindo Passo, una falesia di Monte Santa Caterina direttamente sulle cristalline acque antistanti l’isolotto del Preveto, a sud.

Oggetto della mia passeggiata è proprio tutta questa cresta montuosa che  parte  dai non più di 200 mt di portella Cervo, ai 312 circa di Monte Santa Caterina, passando per Punta Grosso, 250 slm e Punta Campana, 294 slm.

L’itinerario escursionistico parte dal piazzale antistante la Tonnara Florio. Prima comunque meglio provvedere acquistando il pranzo al sacco, magari un bel panino al tonno acquistato in piazza e un po di frutta di stagione, oltre l’acqua e le dotazioni minime che ho indicato nel primo articolo↵.

Parto alle 11:30 del giorno dell’arrivo… percorro la strada alle spalle dello stabilimento che punta dritta verso la montagna. Invece di curvare a destra proseguendo dalla strada asfaltata tiro dritto per un sentiero tra le roccette che si inerpica tagliando tutto il tornante della strada comunale. Quindi riprendo la strada comunale che da qui è sterrata (vedi tracciato verde nelle immagini di seguito).

Dopo un 400 metri metri un curvone a sinistra ci immette sul vallone e si nota che la vegetazione è più folta e alla curva, dopo un 100 metri, proprio in corrispondenza del centro del vallone, su un ponticello, c’è il bivio a sinistra per il sentiero naturalistico per CHIANU STERNA.

Il sottobosco ci indica che stiamo entrando in un ambiente naturalisticamente interessante, la pietraia a gariga da posto alla vegetazione mediterranea, lentisco, euforbia, erica per dirne alcune, e il ciclamino autunnale in ottobre prospera nel boschetto di carrubo e olivastro.

La salita è molto gradevole, si svolge quasi tutta all’ombra e si fanno incontri inaspettati come l’asino Ignazio che addirittura vedendomi mi voleva dare precedenza cambiando strada… mi sono spostato io, io sono l’intruso non di certo lui !

A Chianu Sterna incontro degli operai forestali e ci fermiamo a fare due chiacchiere. Chiedo se avevano provato a reimmettere la lecceta, presente nell’isola fino a qualche decennio fa (in località “Alenciu” termine che indica appunto il leccio).

Mi rispondono che ci hanno provato ma le piantine non arrivavano a crescere perché il morso dei bovini al pascolo libero non hanno permesso l’attecchimento delle piantine. Peccato. Basterebbe un po di buona volontà e di unione di intenti per migliorare e ridare a questa isola bellissima un po di rinaturalizzazione mediterranea che meriterebbe a pieno titolo.

Accontentiamoci quindi di carrubo e olivastro e continuiamo l’ascesa verso il bivio per Punta Campana.

Se si ascolta il bosco fermandosi di tanto in tanto si assiste alla sua vita: cinguettii e stridii riempiono il silenzio interrotto solo dal crepitio della suola dei nostri scarponi da trekking.

Un biacco sfugge dalla mia vista velocissimo tra le rocce e la vegetazione. Lucertole endemiche come quella di Wagler (Podarcis waglerianus), a forte rischio estinzione, curiose, fanno capolino sopra le roccette al sole, ma stavolta la immortalo. E’ stupenda, tra il contrasto chiaro della roccia carbonatica, il lichene ramato e lei, “bellissimamente” verdastra avanti e bruna dietro, lucidissima e attenta a chi invade il suo territorio !

Farfalle dai più svariati colori si presentano alla vista, come questa bellissima Pontia edusa, instancabile impollinatrice in questo caso in una Lobularia maritima. 

Arrivato al bivio ho due possibilità, o a sinistra verso il Castello e quindi la vetta del Monte Santa Caterina o a destra verso Punta Campana.

Vado verso destra e il sentiero si inerpica su facili roccette e tratti di terreno naturale ma il percorso è sempre abbastanza visibile e quindi si prosegue tranquillamente. Adesso è ricomparsa la gariga, cespugli più alti e folti, ci avvisano che siamo a una altitudine diversa infatti qui dai 240 slm del bivio saliamo ancora fino a 280 di Punta Campana…

Uno stridio mi fa girare immediatamente lo sguardo verso l’alto, perpendicolare a me che quasi stavo cadendo all’indietro… un rapace mi schernisce dall’alto quasi a voler gridarmi… chi sei ? Che vuoi ? Impugno la mia Lumix FZ82 che incredibilmente, zooma e mette a fuoco… scatto e come viene viene…è un’ Albanella (Circus cyaneus), mai fotografata prima… Mi ha fatto un bel regalo richiamando l’attenzione…

Arrivato al pianoro tra Punta Campana e Punta Grosso, alla destra si sale per poco verso un affaccio che da sulla costa di levante, quindi lato Sicilia per capirci, la vista sull’ala est dell’isola è emozionante, vedere la Sicilia da qui fino ai monti del Trapanese è un ripasso di geografia… camminando si alzano gli odori di piante aromatiche che calpesto, riconosco il rosmarino e sull’affaccio anche un immensa distesa di origano selvatico… inebriante.

Ritornato sul sentiero, lo stesso prosegue verso il basso perdendo quota si va verso la terza cima, Punta Grosso.

Qui si ripresenta un piccolo, rado boschetto di Pino d’Aleppo, tipico da riforestazione, che stona un po rispetto alla tipica gariga endemica qui ancora più secca e spinosa. Dura veramente poco e all’arrivo alla sella ritorna la folta gariga mediterranea.

Proseguendo, il sentiero finisce alla confluenza della carrareccia forestale che valica il passo in località “Canalazzo”. Qui si hanno due possibilità, salire su Punta Grosso dove alla cima è stata eretta una Croce simbolica oppure scendere e costeggiare il sentiero che percorre il crinale di ponente della stessa cima. Io scelgo questa seconda opzione perché la prima l’ho già fatta…

E’ ora di mettere il panino in pancia… mi fermo dentro un ingrottamento naturale sul costone nord di Punta Campana e mi godo il panorama… venti minuti di estremo relax…

Dalla grotta si scorge tutta la mole di Punta Grosso. Riscendendo sul sentiero, il percorso sul crinale scende un po poi risale e si attesta su una quota di circa 160 slm, quindi si riscende a quota 100 e poi si risale ripidamente nuovamente alla sella del canalazzo a quota 200.

Da li si ritorna dalla carrareccia forestale che riporta alla partenza su semplice sentiero anche se  particolarmente pietroso e occorre fare attenzione a non scivolare.

Faremo altri incontri lungo il percorso sempre emozionanti… per rientrare a Favignana in tempo per goderci magari il Centro tartarughe e la splendida Tonnara…

Se volete sapere di più sugli altri sentieri che ho percorso questo Ottobre 2021 ritornate alla pagina di introduzione: Ottobre 2021, Trekking Tour delle Egadi. Da Palermo a Favignana

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